UN FARD ROSSO ARANCIO

Edizione del Leone 1997
Poesia

di Luccia Danesin

Luccia Danesin
Un fard rosso arancio
Poesie

Attestata su quella linea di non coinvolgimento rispetto al caos del mondo, che è la matrice esistenzialistica della cultura del nostro tempo, appare la poesia di Luccia Danesin, nella cui vocazione si evidenzia un’istintiva tensione orfica che, sia pure in chiave più drammatica che magica, ripercorre con ansia e forza visionaria il rapporto tra ‘anima’ e mistero della vita.

Il mistero del tempo, la sua azione disgregatrice,  la casualità del movimento, sottendono, nella poesia di Un fard rosso arancio, l’inquietudine cui l’io del poeta oppone lo ‘specchio riflesso’ attraverso il quale passa il riscatto, o per lo meno, il tentativo di autosalvezza, la scoperta che, dalle profondità di noi stessi, qualche filo del gomitolo si può tirare.

Il punto - mi dicevo -
sei tu:
testimone controcanto.

Anni di mandorle amare, amore -

Nel fresco cortile notturno
il pozzo del tempo
matura le sue lune.

TEMPO

Consuma senza rivelarsi mai.

Il presente specchia
antiche meridianea
smemora cos il divenire.

Ancora dormo
con il mio lupo in petto.

Le madri a cui chiedere un grembo,
quelle mai dimenticate,
gi_ allora ci avevano tradito.

PER CHIARA

Il sole inonda il giardino,
sul filo passeri arruffati
si fanno confidenze.

Lasciavi riccioli di rame
e ciglia sospettose 

Filigrane, gocce
di pensieri,  e anni
e sere chiare sono qui
non attese 

ad insediare il cerchio
dove son racchiusi i fuochi.

Primavera è qui.
I viottoli si concedono asciutti
al passo solitario che compie
il rituale consenso del tempo.

E IL SOLE

Ultimi abbagli di luce
cadono radenti
inasprendo il rosso delle vigne
derubate di ogni frutto.

E il sole, con dita leggere,
consola tutte quelle madri.

PIZZA

voci, risate,
emozioni raccolte in bocconi.

Con forchetta e coltello,
ho fatto punte di lancia
del mio cerchio di pane.

Fredda, fredda
questa primavera.


Il vento scuote la persiana 
Il viso è pronto al  nuovo giorno. 


L'allegria è tutta là,
in quel fard rosso arancio
steso sulle guance.

FOTOGRAFIA

"clic" e archivio il tempo
colmo il vuoto in fotogrammi.

Tracce di me
appese all'orizzonte

Ogni vuoto ha il suo recinto.
Fu giardino, pozzo o labirinto.

Ore (come denti affilati)
staccano un minuto.

Era.

 

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