A TUTTOTAVOR
Fotolito Express 2015
Narrativa
Recensioni
LUCIANO NANNI
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Narrativa. Portata in un’area più intimistica la raccolta definibile come sketch-book ci presenta una quantità di annotazioni ove non manca l’ironia (o la nostalgia) come in Cinema... “che passione”, e per questo tramite si arriva all’abitudine/rituale (Il cappuccino) trasferibile nel Falso piacere. Se l’apparenza è quindi diaristica, al contrario si percepisce una organicità che riunisce i diversi brani con un’invenzione vigile e, ancor più, sostanziale: “Il Paradiso – ho sempre pensato – è annusare una gardenia ascoltando un canto gregoriano” (Malapasqua) con evidente rapporto olfattivo-auditivo.
Che poi ciascuno pensi ai propri mali e li ‘universalizzi’ (Come stai?) è comprensibile, anzi, lo si capisce col passar degli anni, in particolare se la funzionalità s’incrina (Finezze). Pare quasi che ognuno, pur temendola, sia geloso della propria solitudine (Equivoco). Gustosi e significativi i raccontini, quarta parte del volume: notevole la longevità (diciotto anni) del pesce rosso Tigre, complice appunto la solitudine. Si ritrova in questo libro una capacità descrittiva ed evocativa che avvolge, specialmente nei Fioretti di maggio.
Che poi ciascuno pensi ai propri mali e li ‘universalizzi’ (Come stai?) è comprensibile, anzi, lo si capisce col passar degli anni, in particolare se la funzionalità s’incrina (Finezze). Pare quasi che ognuno, pur temendola, sia geloso della propria solitudine (Equivoco). Gustosi e significativi i raccontini, quarta parte del volume: notevole la longevità (diciotto anni) del pesce rosso Tigre, complice appunto la solitudine. Si ritrova in questo libro una capacità descrittiva ed evocativa che avvolge, specialmente nei Fioretti di maggio.
MONICA FLORIO
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In questa raccolta la Danesin si sofferma su quei momenti della vita quotidiana a cui ci siamo ormai assuefatti: la conclamata superficialità in ambito sanitario (non a caso, il Tavor a cui si fa riferimento nel titolo è un noto ansiolitico), gli errori nella comunicazione di cui siamo vittime e che noi stessi inconsapevolmente commettiamo, i cambiamenti avvenuti nei comportamenti e nel linguaggio corrente.
Ecco che la penna dell’Autrice si sofferma su riti e abitudini consolidate come il cappuccino al bar o la giornata al mare con l’amica, senza tralasciare i luoghi (Padova) e le tradizioni religiose a lei care, in un’operazione condotta con garbo e un pizzico di nostalgia.
In chiusura ritratti di animali e persone che la fotografa e poetessa padovana tratteggia con precisione e immediatezza, annullando ogni distanza con il lettore.
Ne è scaturita una raccolta di scritti eterogenei, brevi ed icastici, una sorta di “divertissement” bonario e piacevole.
In chiusura ritratti di animali e persone che la fotografa e poetessa padovana tratteggia con precisione e immediatezza, annullando ogni distanza con il lettore.
Ne è scaturita una raccolta di scritti eterogenei, brevi ed icastici, una sorta di “divertissement” bonario e piacevole.
IL LIBRO
A TUTTOTAVOR
di Luccia Danesin
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